protesi Per quanto la mastoplastica additiva sia ormai un ever green tra le operazioni di chirurgia plastica più richieste dagli italiani, i dubbi sull'intervento di aumento del seno non sono mai pochi.

In particolare, le domande che molte pazienti si pongono riguardano spesso le procedure che si eseguono in caso di eventuale rottura delle protesi o i tempi di sostituzione dell'impianto.

Facciamo dunque un po' di chiarezza.
Le protesi al seno, successivamente al loro inserimento in sede mammaria, sono periodicamente sottoposte a monitoraggio.

Si tratta di procedure di controllo eseguite di norma per preservare la salute del paziente.

In particolare tra i check che ogni donna è invitata ad eseguire nel tempo sono ecografie e mammografie che permettono di avere una panoramica generale dello stato delle protesi. I cosiddetti follow up con il chirurgo invece sono necessari per la valutazione delle condizioni dell'impianto.

C'è tuttavia da chiarire che le attuali protesi in commercio utilizzate per gli interventi di mastoplastica additiva garantiscono una durata estremamente lunga: dai 10 ai 15 anni con produttori che offrono addirittura delle “garanzie a vita”. Ciò quindi riduce quasi a zero i rischi di una rottura dell'impianto.

Studi americani infatti parlano di un rischio calcolato del 2%.
Dunque il rischio che ciò accada è davvero minimo ma qualora dovesse succedere non c'è da allarmarsi troppo.  

Le protesi mammarie attualmente in circolazione sono realizzate in gel di silicone coeso e in ogni caso la sostanza resterebbe confinata all’interno della capsula periprotesica senza diffondersi nel tessuto mammario.

Per maggiori informazioni sulla mastoplastica additiva a Roma c/o lo Studio Medico in Via Angelo Poliziano, 78 - Cap 00184, è possibile contattare il Dott. Ingratta telefonando al numero 333.81.01.257 oppure scrivendo direttamente attraverso il sito nell'apposito modulo di contatti.

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