Negli ultimi 30 anni, la chirurgia plastica del seno ha permesso a donne di ogni età di poter cambiare il proprio aspetto aumentando di una o due taglie il décolleté. Ma non sempre chi ha fatto ricorso ad una mastoplastica additiva ha prediletto la naturalità e l'armonia delle forme. A volte a far da padrone sono le richieste oversize, con seni sproporzionati e fuori misura spesso assecondate dagli stessi chirurghi, forse preoccupati di perdere la paziente.
Purtroppo, troppo spesso, si sottovalutano e minimizzano i possibili rischi di un impianto al seno troppo grande. Protesi dalle dimensioni inusuali, possono infatti determinare, per compressione del rivestimento ghiandolare, cutaneo e adiposo, un’atrofia tessutale che comporta, nel migliore dei casi, una visibilità dell’impianto e conseguenti smagliature. Nel peggiore dei casi invece una mastoplastica oversize può provocare la comparsa di dolori cronici, perdita di sensibilità, atrofia ghiandolare con compromessa funzionalità di allattamento nonché ptosi e ulcerazioni cutanee con seguita espulsione dell’impianto.
È bene dunque che il chirurgo informi la paziente sulle conseguenze di una scelta tanto azzardata che, seppur assecondata, non può assicurare, in caso di ripensamenti futuri, risultati impeccabili con un intervento secondario correttivo; gli esiti e le possibili complicanze di una mastoplastica riduttiva potrebbero infatti incidere negativamente sull'aspetto del seno. Per questo motivo, un chirurgo ha il dovere morale di rifiutarsi di eseguire mastoplastiche con richieste oversize, nel rispetto sia della salute della paziente che dell'armonia e naturalezza che la chirurgia plastica aspira a garantire.
A Roma, il Dott. Andrea Ingratta esegue interventi di mastoplastica additiva rispettando l'armonia e proporzione delle forme del corpo.
