INSERIMENTO E POSIZIONAMENTO DELLE PROTESI

Le protesi possono essere inserite sfruttando diverse tipologie di incisione:

  1. dal solco sottomammario con incisione inframammaria; dall'areola con incisione peri-areolare; sotto il braccio con incisione transascellare.


  2. La scelta in determinate situazioni può essere ad appannaggio della paziente in altre è obbligata. Se il capezzolo della paziente è inferiore a cm. 3,5/4 di diametro è obbligatoria l'incisione nel solco sottomammario, nel caso di un capezzolo abbastanza grande si possono sfruttare entrambe.


Il posizionamento della protesi è sicuramente una scelta del chirurgo che valuta attentamente le caratteristiche del corpo della paziente:

  1. Posizionamento retroghiandolare: generalmente si preferisce questa tipologia quando la pelle della paziente è abbastanza spessa per coprire il bordo superiore della protesi. Tendenzialmente si sceglie una protesi rotonda per ridurre al minimo il rischio di rotazione anche se in alcune situazioni troveremo protesi anatomiche posizionate dietro la ghiandola.


  2. Posizionamento dual-plane: una delle tecniche più in uso tra i chirurghi è questa. La protesi viene posizionata nella parte superiore sotto il muscolo pettorale, lasciando la parte inferiore “libera” sotto la ghiandola, scelta quasi obbligata per le protesi anatomiche utilizzata comunque per entrambe le tipologie. Decisamente la scelta più opportuna per donne molto magre con la pelle molto sottile, che non sarebbe sufficiente a coprire il bordo superiore della protesi rendendola visibile.

 

ALCUNI APPROFONDIMENTI

  1. Aumento del seno
  2. Mastoplastica additiva
  3. Incisioni mastoplastica additiva

 

IMPORTANTE DA SAPERE

Come ogni intervento chirurgico possono esserci delle complicanze che esulano dalle competenze o dalla professionalità del chirurgo al quale si affida la paziente.

  1. Rottura delle protesi può accadere che l'involucro si rompa lasciando la possibilità al gel di fuoriuscire. Questa problematica implica la sostituzione della protesi attraverso un nuovo intervento chirurgico. Il rischio di fuoriuscita di gel è drasticamente ridotto grazie alle protesi di ultima generazione che con il gel coesivo limitano notevolmente il problema. 


  2. Contrattura capsulare nei 15 giorni successivi all'intervento il nostro corpo crea intorno alla protesi un tessuto connettivo denominato “capsula” questa è una normale reazione del nostro organismo quando inseriamo un corpo estraneo.


  3. In una minima percentuale questa capsula si indurisce contraendo la protesi all'interno provocando un indurimento del seno, dolore e distorsione della forma del seno. Essendoci vari gradi di contrattura sarà il chirurgo a consigliare un eventuale soluzione, nei casi più gravi è necessario intervenire chirurgicamente anche se è possibile una recidiva, infatti non ci sono tempistiche o casistiche precise, in alcune pazienti si può verificare a breve distanza dall'intervento in altre a distanza di anni, questo lo rende difficilmente prevedibile. Le protesi di nuova generazione e le procedure chirurgiche con protocolli specifici e più evoluti contribuiscono ad abbassare la percentuale della contrattura anche se le cause che ne determinano il manifestarsi non sono ancora chiare, alcuni studi hanno dimostrato in percentuali bassissime che il posizionamento delle protesi e l'uso delle stesse testurizzate riduce il rischio di contratture capsulare.


  4. Infezione: come tutti gli interventi chirurgici è possibile che si verifichi.


  5. Scegliere un professionista che si avvale di sale operatorie correttamente attrezzate, che prescrive un trattamento farmacologico adeguato, aiuta ad abbattere i rischi, nel caso si verifichi comunque è indispensabile rivolgersi al proprio medico. Nella maggior parte dei casi le infezioni vengono trattate con successo.


  6. Cicatrici: sono una conseguenza di un intervento chirurgico ma in alcuni casi possono essere non gradevoli esteticamente come una cicatrice ipertrofica o troppo scura, questo non sempre dipende esclusivamente dal chirurgo in quanto la cicatrizzazione è estremamente soggettiva e varia a seconda della paziente e della sua pelle. Il chirurgo consiglierà alla paziente i presidi migliori per la cura della cicatrice dopo l'intervento.


  7. Rotazione della protesi: in alcuni casi può verificarsi la rotazione della protesi che è evidente solo nelle pazienti che hanno protesi anatomiche. Per ridurre al minimo questa possibilità è opportuno scegliere il posizionamento in dual-plane e non scegliere protesi troppo piccole rispetto all'ampiezza della mammella.


  8. Sensibilità del capezzolo e del seno: in alcuni rarissimi casi la paziente perde la sensibilità del capezzolo, generalmente infatti cambia solo il tipo di sensibilità che può essere leggermente inferiore o superiore rispetto a prima dell'intervento.


  9. Pieghe attorno alle protesi: con le protesi -tutte- può verificarsi la formazioni di pieghe visibili soprattutto nelle donne molto magre che scelgono protesi grandi questo fenomeno si chiama rippling.


  10. Allattamento: non è stato accertato che l'intervento di mastoplastica additiva infici l'allattamento infatti non vengono toccati i dotti galattofori in alcun modo durante la procedura.


  11. Durata protesi: le protesi non hanno una durata precisa. Non esiste una tempistica precisa le protesi vanno sostituite nel caso di modifiche importanti del corpo della paziente o a seguito di rottura come suddetto.


Per maggiori informazioni sulle protesi del seno a Roma c/o lo Studio Medico in Via Angelo Poliziano, 78 - Cap 00184, il Dott. Andrea Ingratta riceve per appuntamento. E' possibile contattare il Dott. Ingratta telefonando al numero oppure scrivere direttamente attraverso il sito nell'apposito modulo di contatti.

Per garantire la massima tranquillità e trasparenza a tutti i pazienti che si recano presso i suoi centri il Dott. Ingratta garantisce l'utilizzo di prodotti certificati. Dott. Andrea Ingratta


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